Relazione introduttiva di Monia Benini



Per il bene comune si è presentato come lista civica nazionale alle ultime elezioni politiche in totale autonomia dagli attuali partiti: essi si sono piegati al dominio dei grandi gruppi finanziari, dimostrandosi inermi di fronte al crescente peso della criminalità organizzata, silenti rispetto al potere raggiunto, al loro stesso interno, dalle lobbies affaristiche e dalle organizzazioni massoniche, complici degli speculatori insensibili alle morti ed alle gravi malattie prodotte dalle loro imprese lucrative, fatte con denaro pubblico. Tale mutazione li ha resi indifferenti rispetto alla drammatica necessità di ripensare a questo modello di sviluppo che sta portando il pianeta allo sfacelo, nonché incapaci di assolvere alla funzione costituzionale di rappresentare gli interessi generali del popolo.
Noi non ci siamo collocati né al centro, né a destra, né a sinistra, non solo per la sfiducia verso l'attuale teatrino della politica, ma anche perché abbiamo preso atto del fallimento dei due filoni di teoria economica rappresentati dal capitalismo privato/mercato (liberale) e dal capitalismo di stato (socialcomunista), incapaci di dare soluzioni, durature, ai problemi reali delle persone, e entrambi colpevoli di aver teorizzato la crescita esponenziale ed infinita della produzione industriale.
In un solo secolo abbiamo consumato gran parte dei minerali e degli idrocarburi fossili, presenti da miliardi di anni nel sottosuolo, spingendo sempre più in alto le percentuali di CO2 nell'atmosfera e inondandola di nanoparticelle, letali e/o gravemente dannose per la vita degli esseri umani.
Questa follia produttivista, spinge al parossismo i consumi energetici e viaggia insieme all'ignoranza, o malafede, dei politici convinti del potere purificante del fuoco, che bruciano con i rifiuti (e già questo è un atto irresponsabile) anche tutto ciò che l'industria "produttivista", attraverso la pubblicità, rende obsoleto, creando, nuovi bisogni e nuove mode, al fine di allargare la produzione di beni di consumo "scarsamente utili o necessari" ad un miglioramento della qualità della vita delle persone.
Le attuali politiche economiche, con il loro corollario di "vitale" bisogno di controllo delle materie prime e dei giacimenti di petrolio e gas, stanno portando il pianeta al collasso ambientale, sanitario, climatico, energetico, economico, sociale e bellico, non servono particolari doti di analisi per vederne tutti i segnali e le prime risultanze: dallo scontro di civiltà alle modificazioni climatiche, dall'impennata delle malattie tumorali, all'aumento della mortalità per fame e per sete.
Abbiamo toccato con mano la scelleratezza, ad esempio, delle politiche legate al mercato delle quote di CO2, laddove paesi in via di sviluppo svendono le proprie quote a Stati con dissennate politiche industriali ed energetiche. E' un problema di ingiustizia mondiale ed allo stesso tempo è lo specchio di un sistema di pesi economici e finanziari destinati a portare al collasso il pianeta. O ancora, abbiamo visto come un bene fondamentale, quale quello dell'acqua, siano di fatto stati privatizzati in Lazio, in Campania e si stiano attuando progetti simili in altre zone del Paese…
Partendo da questi presupposti, a differenza dei partiti che mettono al centro i dirigenti, le oligarchie, i "capi", noi abbiamo cercato di ideare un progetto basato sui contenuti, sui cardini del Manifesto Etico e del Programma, diventando un soggetto politico la cui reale natura è insita proprio soprattutto in questi due documenti. Abbiamo avuto il coraggio di presentarci alle elezioni politiche, dichiarando che questo non sarebbe stato altro che il primo passo per un cambiamento che ci avrebbe dovuto vedere impegnati anche per le successive amministrative ed europee. I tempi ristrettissimi, la mancanza di visibilità mediatica (ci eravamo illusi rispetto alla par condicio: in realtà siamo in un vero e proprio regime dell'informazione), l'assenza di una struttura organizzata territorialmente non ci hanno consentito di dimostrare tutte le nostre potenzialità per il Governo del Paese, specie per quanto riguarda i temi della pace, della giustizia, dei diritti, del lavoro. Il "sistema" ha preferito ignorarci, relegandoci una nicchia già perfettamente dominata dalle loro logiche affaristiche, nonostante, a nostro avviso, si tratti del problema che ha espresso una delle più elevate contraddizioni di tutto l'apparato italiano, ovvero quello della salute (spreco denaro pubblico, scelte energetiche nefaste, imposizione di decisioni contro la volontà dei cittadini, danno alle persone ed all'ambiente). Da questo, e dalla volontà di non esprimere l'ennesimo "politico" al vertice del Paese, è scaturita la richiesta rivolta a Stefano Montanari di accettare la candidatura a Presidente del Consiglio espresso da PBC.
L'impianto scelto e il lavoro svolto dai candidati e dai volontari che si sono impegnati sui territori hanno portato PBC ad ottenere 120.000 voti in una ventina di giorni di campagna elettorale effettiva. 120.000 consensi, sfuggiti alla trappola del voto utile, convinti della bontà del programma e del manifesto etico, affascinati dall'unica novità sostanziale del panorama italiano. Una novità che non ha nulla in comune con la degenerazione dei partiti "storici", né con il movimentismo tout court, e tanto meno con la finta democrazia partecipata invocata da luoghi all'interno dei quali decide una sola ed unica persona. Un giovane soggetto politico con un proprio DNA (simbolo, programma, manifesto etico) che ha ora necessità di organizzarsi e strutturarsi territorialmente per affrontare gli obiettivi che - congiuntamente alla presentazione alle elezioni politiche - sono stati alla base del progetto: la partecipazione alle prossime elezioni amministrative ed europee.


Il post campagna elettorale


Il 26 aprile ci siamo trovati a Ferrara con i capilista e con i referenti regionali per fare il punto sulla situazione e per cercare di organizzare il percorso successivo (nella cartellina, la sintesi dell'incontro).
I giorni successivi al voto sono stati carichi di delusione per il risultato, ma da un'attenta analisi è invece emerso che quei 120.000 voti ricevuti sono stati eccezionali! Abbiamo affermato un simbolo (visto comunque da oltre 40 milioni di elettori), un nome ed un programma, che ci hanno portato un convinto consenso. E ciò che è ancora più significativo sono state le tantissime e-mail (che arrivano ancora oggi) chiedendo di organizzarci e rilanciare i contenuti del progetto. Da qui l'avvio di una campagna di adesioni a PBC, con la definizione di una quota minima di 10 euro per iscrizione, per poter cominciare ad agire con chi è parte integrante di questo soggetto. Ma soprattutto, da qui l'idea di organizzare un'assemblea nazionale, preceduta da assemblee regionali (e se possibile locali) che possano consentire l'individuazione, attraverso un'elezione democratica, delle figure che avranno la funzione di collegamento fra i territori e la struttura nazionale, ovvero i coordinatori regionali e locali.
Nel frattempo, è continuato l'impegno nelle varie realtà locali di PBC: incontri con comitati, associazioni, preparazione di questionari, raccolta firme per l'abolizione delle province, ecc…

Ma sono due le novità che hanno portato all'esigenza di questo incontro, inizialmente pensato per i partecipanti alla riunione del 26 aprile, ma poi - per una totale condivisione e per la massima trasparenza - aperto a tutti gli aderenti a PBC:

1- Proposta di Elio Veltri


La Repubblica dei Cittadini ci ha presentato questa proposta:

"Pavia 12 -5-2008

Per Monia Benini e Fernando Rossi

Carissimi,
vi invio come d'accordo la proposta che abbiamo fatto alla riunione di Roma, alla quale hanno partecipato Villani, Naso, Colella e Abbondanza. Ribadisco la convinzione, comune ai partecipanti per la Repubblica dei Cittadini, che solo una fusione tra i due gruppi, costruita insieme e partecipata, può avviare un processo di aggregazione ulteriore che possa coinvolgere altri gruppi che operano fuori dai partiti.
La scaletta che ho esposto nell'incontro, fatta di iniziative politiche e organizzative, è la seguente:
1) Sintesi dei due nomi: Il Bene Comune per la Repubblica dei cittadini o la Repubblica dei Cittadini per il Bene Comune. Io preferisco il secondo. Scritto in un cerchio si può leggere in entrambi i modi. Considero importante " Repubblica dei cittadini" perché è alternativa alla Repubblica delle oligarchie dei partiti;
2) Proposta di Manifesto per la Riforma della politica e che includa alcuni punti di programma, almeno nei titoli. In seguito si possono sviluppare, aprendo una discussione sui siti, punto per punto, in modo da estendere la partecipazione;
3) Costituzione rapida di coordinamenti regionali provvisori, con la massima autonomia politica purché coerente con il Manifesto Etico;
4) Costituzione di un gruppo di lavoro nazionale ristretto con compiti di coordinamento da sostituire in tempi brevi da un coordinamento costituito con la partecipazione di rappresentanti indicati dai coordinamenti regionali;
5) Avvio di aggregazioni successive con gruppi compatibili;
6) Convocazione di un Assemblea Costituente entro l'autunno con il compito di decidere linea politica, strumenti organizzativi e finanziari e appuntamenti ai quali partecipare e come;
7) Quindi, niente partito, segretari, esecutivi e quanto altro.

Noi faremo conoscere agli amici delle regioni queste proposte e attendiamo la vostra risposta in modo da avviare il lavoro comune da affidare ad un paio di persone ( certamente Monia) capaci di organizzare e di far lavorare insieme il maggior numero di persone possibile. Attendiamo la vostra risposta in tempi rapidi.


Ciao a presto e un abbraccio. Elio Veltri
"

Ritengo che la Repubblica dei Cittadini sia un soggetto con il quale dialogare, cooperare, auspicando che in futuro possa esservi una maggiore condivisione sui temi. Abbiamo avuto modo di sentire l'opinione di Elio Veltri e di Luigi Villani della Repubblica dei Cittadini che confermano la loro volontà di una fusione fra i due soggetti, la stesura di un nuovo comune manifesto politico, la preparazione di un'iniziativa nazionale a Roma a settembre (nonché anche l'eventuale accordo elettorale con la Sinistra Arcobaleno ai fini delle elezioni europee). Credo che per il metodo, per il tempo e per le condizioni oggettive non sia un'ipotesi praticabile. Sarebbe un grave errore se ogni volta che incontriamo e lavoriamo con un gruppo nuovo, ci trovassimo a rimettere in discussione nome, simbolo, programma e manifesto etico. Sarebbe viceversa un'ottima cosa se persone espresse da nuovi gruppi con i quali può lavorare Per il bene comune, una volta condiviso il programma e lo statuto, potessero aiutarci e lavorare in modo sinergico all'interno di PBC, rinforzando magari aspetti tematici che vanno approfonditi.


2 - Incontro con Giulietto Chiesa



Durante un incontro a Bruxelles con Giulietto Chiesa ho avuto modo di parlare con lui, oltre che del suo progetto di un network di contro-informazione, anche della situazione politica nazionale. In quella occasione, Chiesa ha accennato alla possibilità di non raccogliere le firme di sottoscrizione per presentarsi alle elezioni europee grazie al supporto di un europarlamentare.
Ad oggi, si tratta di un discorso prematuro, specie considerando che le norme italiane per le elezioni europee escludono il riferimento ad europarlamentari (l'esenzione delle firme viene riconosciuta solo ed esclusivamente a quei soggetti politici che abbiano almeno un rappresentante eletto nella Camera dei Deputati).
Da tale occasione, è sorta la necessità di conoscere approfonditamente la normativa attuale, dalla quale emerge per PBC l'obbligo di raccogliere dalle 150.000 alle 180.000 firme a livello nazionale per potersi candidare alle europee. Tuttavia, siccome sarà per forza modificata la legge elettorale di riferimento, c'è da aspettarsi l'inserimento di una soglia di sbarramento (il ventilato 4% rispetto al quale PD e PDL sembrerebbero già d'accordo). Insomma…in ogni caso ci aspetta un lavoro durissimo, che ci dovrà vedere mobilitati già dall'autunno; un lavoro impraticabile se non ben organizzati capillarmente. Ovviamente Chiesa, e con lui tutte quelle persone che condividono la nostra critica al sistema dei partiti, al potere della grande finanza e al ruolo antidemocratico delle lobbies e dei potentati, saranno nostri interlocutori o potranno diventare parte integrante di un soggetto che mette al centro il bene comune.


Valutazioni sull'andamento della campagna di adesioni e preparazione delle assemblee regionali



Rispetto alla situazione nazionale ed internazionale, come se ne esce? Sono convinta che purtroppo il contesto peggiorerà. Berlusconi si è presentato con la proposta di abolizione dell'ICI, ma nel frattempo continuano i rincari sulle utenze, sui servizi, sulla frutta, sul latte, sul grano, sugli ortaggi (sul costo del petrolio sono consapevole che se utilizzassimo i parametri corretti, ci stupiremmo del fatto che un litro di greggio costi appena 50 centesimi, mentre una bottiglietta da mezzo litro di acqua naturale alla stazione costa 1 euro e 50!). Insomma il costo della vita è diventato insostenibile. Nel contempo, un Governo Prodi morente ci ha affibbiato il segreto di stato sulle strutture civili di produzione energetica. Il nuovo Premier, dal canto suo, ha invece pensato bene di restaurare lo stato di polizia contro quei cittadini, quei comitati, quelle associazioni che si battono per la tutela dei propri territori. Tutto questo, mentre lo stesso Berlusconi si gongola dell'appoggio dato agli Stati Uniti inviando militari in Iraq (ma dov'è lo Stato rispetto alle malattie contratte da quei militari?) durante il suo precedente mandato; impegno che sta fruttando a Finmeccanica una enorme commessa con gli USA per la costruzione di armamenti e strumenti bellici (operazione supportata da una gigantesca fideiussione concessa dalla Banca Mediolanum).

Dobbiamo quindi cercare di organizzarci velocemente: per poter riproporre il nostro progetto a livello europeo e locale (da soli o con altri soggetti "civici" alle elezioni amministrative) è necessario mantenere una sede, ed attrezzarci con un coordinamento nazionale che sia di raccordo fra le varie realtà, un sito internet efficiente (dovremo risolvere in tempi brevi il passaggio dell'intestazione della proprietà a PBC), un blog aggiornato, una mailing list ed un meetup (che non può assolutamente essere considerato una "corrente di PBC"), nonché gli altri strumenti più tradizionali (lettere, telefono, fax), che aiutino il dibattito e la conoscenza dei problemi e dei pareri,; è altrettanto fondamentale fare iniziative pubbliche sul territorio e dotarci delle necessarie, per quanto modeste risorse finanziarie.
Credo sia altrettanto importante dialogare e collaborare a livello territoriale con comitati, associazioni, liste civiche, singoli cittadini che condividono la nostra piattaforma, senza farci intrappolare da ammiccamenti che sono già giunti da parte dei soliti partiti.
Per il bene comune è diverso e mi sento oggi di affermare che non c'è assolutamente bisogno delle persone che praticano gli strumenti di PBC per farne cosa propria. Lasciamo stare l'eredità peggiore dei partiti, e rimettiamo al centro le tematiche che rappresentano Per il bene comune.
La mia proposta è quindi quella di rilanciare la campagna di adesione a PBC, di preparare le assemblee territoriali, di lavorare per le europee e di cominciare a predisporre una piattaforma per le amministrative, basata sulla democrazia partecipata. Ad esempio, si potrebbe cercare di arrivare ad un programma locale sulla base di un progetto di democrazia diretta via internet, adottando uno schema in sintonia con la proposta di Carpentieri:
  • - Proporre (si indica un periodo per proporre, un mese, due mesi)Ogni membro ha diritto di proposta
    Ogni proposta viene scritta e raccolta in una discussione chiamata costruzione programmatica. Il proponente deve spiegare la proposta, citando le fonti, in maniera tale che ogni altro membro possa conoscerla e valutarla. Il proponente se ha le idee chiare può anche elaborare la strategia per raggiungere l'obiettivo che si prefigge.


  • - Valutare (si indica un periodo per valutare, un mese circa)
    Per valutare bisogna informarsi. Si possono organizzare delle skypecast e delle riunioni a tema, per ogni proposta fatta da un membro. Si possono organizzare incontri, meeting.


  • - Decidere (si indica un periodo per votare, una settimana circa)
    Attraverso il voto membri decidono di sostenere la proposta, redatta anche di piano per attuarla.


Gli obiettivi che emergono all'interno del programma possono essere ragionevolmente divisi in aree tematiche.
Si potrebbe dedicare 10 giorni per postare le proposte; dai 40 ai 60 giorni per discutere; 3 giorni per votare le priorità.
Il piano potrebbe essere integrato da due assemblee locali: una per raccogliere eventuali proposte dei partecipanti che non utilizzano internet ed una per dare a questi ultimi il diritto di voto (spiegando la discussione avvenuta via internet).

Credo che anche in questo modo, chi teme che PBC sia la fotocopia di un vecchio partito, si potrebbe convincere delle reali intenzioni democratiche (che sarebbero quindi praticate e non solo dichiarate) da chi ha creato la lista civica Per il bene comune.

Per la massima chiarezza, credo però che vada ribadita l'essenza di PBC: non un partito, bensì un soggetto politico organizzato che deve prendere atto del contesto in cui si trova ad operare, e muoversi (per poter affermare le proprie proposte) all'interno di un sistema di rappresentanza sancito dalla Costituzione Italiana. Noi siamo contro gli attuali partiti, ma gli Italiani hanno attribuito loro milioni di voti. Abbiamo grossi problemi con l'informazione, grossissime difficoltà finanziarie. Dunque: come si affrontano le battaglie che deve compiere Per il bene comune? Organizzandoci, strutturandoci e preparandoci per le future scadenze elettorali. Non vogliamo violare l'opinione di nessuno, costringendo ad ingressi forzati nel PBC: ma chi aderisce deve essere consapevole che è vitale dotarci di un'organizzazione, il più democratica possibile, per affermare le proposte di Per il bene comune.
In questi mesi sono emerse una serie di competenze da parte di varie persone che potrebbero assumere la funzione di organizzazione delle aree tematiche nevralgiche per la struttura programmatica di PBC. La mia proposta è quella di rendere operativo un coordinamento (che sarà integrato con i referenti regionali eletti durante le assemblee ) composto da chi si è materialmente speso a fondo nelle varie realtà italiane per le tematiche di Per il bene comune, con lo scopo di:

  • promuovere e coordinare l'attività della associazione sul territorio nazionale;

  • preparare le assemblee regionali che precederanno il Congresso Nazionale;

  • proporre le modalità con cui affrontare le questioni organizzative, politiche e finanziarie dei prossimi impegni elettorali del 2009;

  • avere funzioni di servizio verso i gruppi regionali, intercomunali e comunali della associazione.



I nomi che vi sottopongo, per la loro esperienza e per il loro impegno sono: Elvio Arancio, problemi internazionali; Renato Bellofiore, lotta alla criminalità-giustizia; Michele Boato, pace-nonviolenza; Gianluca Bracca, sito; Stefano Cecchi, lavoro; Marco Finelli, informazione/ufficio stampa; Federico Merletti, disabili; Stefano Montanari, ambiente-salute; Daniela Nani, tesoriere; Andrea Palamara, riforma dello stato; Fernando Rossi, economia; Fabrizio Zaccaria, blog nazionale(oltre a Monia Benini, presidente);
Sono consapevole del fatto che vi sono tante altre persone che possono darci contributi preziosissimi su vari argomenti: il coordinamento nazionale avrà il compito di raccordarsi e di lavorare (anche via internet) con tutti coloro che avranno voglia di dare nutrimento e contributi fattivi alle proposte del PBC.
Rispetto a quanti sono dubbiosi o diffidenti (ed è comprensibile, visto il panorama nazionale), posso solo fornire una garanzia: la possibilità di verificare attraverso i fatti la bontà del progetto di Per il bene comune.
I fondatori di PBC hanno avviato un progetto riponendo tutta la loro fiducia sulle forze sane del Paese: l'auspicio è che questo rapporto fiduciario sia ricambiato, attraverso il lavoro di tutte le persone che vorranno mettere realmente al centro il bene comune.