Conferenza Stampa presentazione petizione "Cambiamo Aria"

Il Gruppo Promotore della petizione “Cambiamo aria, per non incenerire anche il nostro futuro” comunica che la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa che coinvolgerà tutto il territorio nazionale si terrà martedì 29 settembre, a Ferrara, in Piazzale della Stazione, 15 (ore 15, I piano).

L'evento potrà essere seguito in diretta su www.perilbenecomune.net .

La Petizione per la riduzione e il riciclo totale dei rifiuti e per la messa al bando dell'incenerimento è stata organizzata per sensibilizzare Istituzioni e opinione pubblica su un tema importantissimo per la salute pubblica, ponendo l’accento sulle Direttive Europee, che stabiliscono come il problema dei rifiuti vada risolto con la riduzione/prevenzione dei rifiuti all'origine (vuoto a rendere, liquidi alla spina, compostaggio domestico, etc.), la raccolta separata dei materiali, il riciclo e la produzione di nuove merci, la progettazione di merci più facilmente riciclabili, piuttosto che con l’incenerimento.

In effetti, solo una furbesca interpretazione di tali direttive fa credere che gli inceneritori (chiamati esclusivamente in Italia “termovalorizzatori”) comportino la riutilizzazione dei rifiuti. In realtà, anche se il calore della combustione è utilizzato per produrre elettricità, si tratta sempre di inceneritori a bassissimo recupero di energia: riciclare la carta fa recuperare 4 volte l'energia che si produce bruciandola; riciclare le plastiche fa recuperare da 10 a 26 volte l'energia prodotta col loro incenerimento

La scelta non condivisibile di costruire inceneritori scoraggia oltretutto lo sviluppo di altre tecniche di raccolta e la progettazione di macchinari più duraturi, che generino minori quantità di rifiuti durante la produzione e dopo l'uso. Tutte operazioni che potrebbero assicurare occupazione e innovazione tecnico-scientifica. Non a caso in Germania la riduzione dei rifiuti (-16%) e l'aumento del riciclo degli imballaggi iniziati con il decreto Toepfer del 1991 ha mandato in crisi gli inceneritori programmati e costruiti dal 1980 al 1995.
Dai documenti ufficiali Europei risulta che in Italia il 64% delle diossine è prodotto dagli impianti di incenerimento, ciò anche perchè la normativa vigente è inadeguata a tutelare la salute: un inceneritore, infatti, può “legalmente” immettere nell'ambiente sostanze nocive, compresi cancerogeni certi, in quantità rilevanti, e con controlli assai poco soddisfacenti: ad esempio, un inceneritore da 800 tonnellate di rifiuti al giorno, rispettando i limiti di legge, emette 504.000 nanogrammi di diossina al giorno, che sono l'equivalente della dose massima giornaliera di 720.000 adulti.

Le emissioni degli inceneritori sono una delle cause principali subito dopo il traffico del moltiplicarsi di malattie degenerative in Europa, con enormi costi sociali. Perciò, come confermano, tra gli altri, l'Ordine dei Medici francesi e quello dell'Emilia Romagna, gli inceneritori vanno messi al bando.

La "convenienza" economica sta tutta nella truffa del finanziamento statale che paga, con i nostri soldi, l'energia elettrica prodotta dagli inceneritori circa 18 cent al KW/h, oltre 4 volte il suo prezzo di mercato. E' un conto truccato che paghiamo noi cittadini con le tasse e le bollette.

In Italia molte decine i comuni, non solo piccoli, superano l'80% di raccolta differenziata e qualcuno sta puntando a superare il 90%. Questi risultati si ottengono con una buona informazione e coinvolgimento degli abitanti, un sistema di raccolta “domiciliare”, fatto porta a porta, in giorni diversi per tipi di rifiuto diversi; così si facilita al massimo il riciclo e, rivendendo i vari materiali alle industrie di carta, vetro, metalli ecc. si riducono i costi complessivi e le tasse sui rifiuti. Anche il residuo finora chiamato “non riciclabile” viene ora trasformato, con tecnologia italiana, in una “sabbia” per arredi da esterno e calcestruzzi.

Investendo meno di 1 miliardo di euro, il governo può servire con la raccolta domiciliare i 45 milioni di italiani che ancora non lo sono, creando 200.000 posti di lavoro, invece di investire 10-15 miliardi di euro in inceneritori e loro discariche, con soli 3.000 occupati: la ricaduta occupazionale del riciclo rispetto all'incenerimento è di 1000 posti a 1. Questa è “economia verde”.


Il testo integrale della petizione sarà consultabile a partire dal 29 anche sul sito: www.perilbenecomune.net


Il Gruppo Promotore


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